LO STOPPIONE (Cirsium arvense)

Lo stoppione si riproduce per seme e per radici che sono a fittone.

In piante di più anni queste radici sono collegate mediante formazioni rizomatose. Per questo è pianta poliannuale.

E’ una pianta molto forte e rustica. E’ una selvatica che indica terreni argillosi, a volte costipati con ristagni d’acqua. Difficilmente l’ho notata in terreni sabbiosi o tendenti al sabbioso.

Ho estirpato manualmente una volta  uno stoppione con una radice fittonante lunga ca. 60 cm. Ovviamente questo è possibile dopo una pioggia quando il terreno è bagnato; quindi è preferibile aspettare una bella pioggia per estirparle.

Più spesso un pezzo di radice, nell’estirpazione manuale o nella lavorazione meccanica, rimane nel terreno (anche a 30-40 cm di profondità. Il tempo di ricaccio, però, è relativamente abbastanza lungo (specialmente con un andamento climatico asciutto), quindi non è un grosso problema, soprattutto se la pianta coltivata ha un ciclo di accrescimento veloce e buona capacità colonizzatrice del terreno.

Lo stoppione è una selvatica,  a portamento eretto (prima della levata a seme può raggiungere anche i 40-50 cm di altezza) ,   che può essere lasciata (ovviamente dipende dalla sua diffusione ed altezza) vicino a colture seminate o trapiantate ormai sviluppate.

Vicino ai cavoli, rucola, bietole, ravanelli lascio sempre, se presente, qualche stoppione perchè, ho notato in un anno a forte infestazione di altiche (piccolo insetto che mangia le foglie tenere, facendo dei piccoli buchi circolari) che questi insetti preferivano lo stoppione alle colture.

Ultima cosa: preferibile indossare i guanti per l’estirpazione, che i primi anni dell’orto mi ero “intestardito” a non usare. Più di una volta mia moglie è dovuta intervenire per togliermi dalle dita i microscopici e “fastidiosi” spini della pianta.

stoppione1
STOPPIONE (Cirsium arvense)
stoppione2
STOPPIONE In evidenza le radici a fittone
Cavoli altica
ALTICA delle Crucifere (cavoli, cima di rapa, ravanello, etc.)

LE PIANTE SELVATICHE DEL MIO TERRENO

Carota selvatica (Daucus carota) e Aspraggine maggiore (Picris hieracioides)
Forza e frugalità delle piante selvatiche: Carota selvatica (Daucus carota) e Aspraggine maggiore (Picris hieracioides).

Ogni zona, ogni terreno, ogni stagione ha le sue piante selvatiche.

Nel mio terreno  le selvatiche più diffuse sono allori, prugnoli, vitalbe, edere, rovi, amaranti, chenopodi, stoppioni, vilucchi, aspraggini, graminacee varie, romici, aparine,   papaveri, cicorie, senecioni, tarassaci , coreggiole, portulache, piantaggini, senapi, centocchi, malve, ramolacci,  crespigni, leguminose varie, euforbia, anagallidi, borse del pastore, parietarie, lattughe selvatiche, fumarie, mercurielle,   ranuncoli, convolvoli, bardane, borragini,  caccialepre, crepidi,  lattughe selvatiche, strigoli, raperonzoli,  veroniche,  erba morella, ortiche,  etc.

E’ importante conoscere la biologia delle piante selvatiche e le loro caratteristiche per cercare di controllarle ed “utilizzarle “ al meglio.

Ognuna ha un suo ciclo, il cui inizio, secondo me, per praticità, può essere considerato l’inverno e la fine del ciclo quando la pianta forma il seme. Lo svernamento nel terreno, cioè la forma con cui la pianta passa l’inverno, può essere:

sotto forma di seme nel caso delle piante cosiddette annuali, che hanno un ciclo di   solito tra la  primavera  e l’autunno.

sotto forma di piccolo cespo (spesso a rosetta) nel caso delle piante  cosiddette biennali e queste arrivano alla formazione del seme in estate e autunno del secondo anno.

sotto forma di rizomi, bulbi, tuberi, stoloni, radici sotterranee, da cui poi nella primavera spunteranno i germogli ed anche queste arrivano alla formazione del seme in estate e in autunno.

Quest’ultima categoria di piante si chiamano poliennali o poliannuali o perenni.

Ovviamente le due ultime tipologie svernano anche come seme, quello che formano a fine ciclo in estate/autunno. Seme che poi nel tempo formerà il cespo o il rizoma, etc.

Ogni stagione ha le sue piante selvatiche. Anche se la selvatica è presente in tutto l’anno o in una buona parte di questo, c’è un periodo in cui è all’apice della sua maturità “vegetativa”, che è  prima che inizia la “montata a seme”.

Ovviamente questa distribuzione nel tempo e nello spazio dipende dalla latitudine, altitudine, clima, tipo di terreno, metodo di coltivazione, irrigazione, etc. In linea generale  nel mio terreno:

in inverno (dicembre-febbraio) ci sono tarassaci, aspraggini, piantaggini, romici, cicorie, crespigni,  graminacee varie, etc.

in primavera tarassaci, chenopodi, amaranti, romici, papaveri, malve, piantaggini, senapi, borse pastore, cicorie, ramolacci, senecioni, aparine, stoppioni, graminacee varie, lattughe selvatiche, fumarie, leguminose varie, ortiche, ranuncoli, bardane, crepidi, strigoli , raperonzoli, erba morella, etc.

in estate chenopodi, amaranti, centocchi, mercurielle, portulache, anagallidi, vilucchi, parietarie, aparine, correggiole, stoppioni, convolvoli, etc.

in autunno  aspraggini, amaranti, chenopodi, vilucchi, lattughe selvatiche, piantaggini, malve, mercurielle, ortiche, romici, stoppioni, cicorie, crespigni,  graminacee varie, etc.

Quello sopradescritto è un quadro generale. Seguirà una scheda per tutte le piante selvatiche di cui, per la mia esperienza , posso dare qualche informazione.

In ogni articolo sull’argomento pubblicherò una scheda.

continua