RICETTE…SELVATICHE

ERBE DI CAMPO”STRAGINATE”

A me piaceva molto quando, da bambino, mia madre mi faceva da mangiare le erbe di campo “straginate”.

Era il 1960;  abitavamo ad Ancona, in un palazzo adiacente ad un mercato, in cui ogni mattina i contadini (allora si chiamavano ancora contadini) vendevano le loro verdure. Spesso mia madre mi portava con  lei; vedevo che era molto esigente; faceva il giro di tutti i contadini e ogni mattina (allora si faceva la spesa tutte le mattine, non c’erano ancora i supermercati e i centri commerciali) comprava la verdura per lei migliore come freschezza e qualità. Di solito un paio di giorni alla settimana acquistava le erbe di campo.

Poi a casa magari ogni tanto si lamentava con mio padre “ma guarda quella contadina mi ha dato tutti crespigni”  o  “queste papole sono tutte in cima”. Spesso me le cucinava per merenda mettendomele tra due fette di pane. Quando l’acqua bolliva le metteva nella pentola e una volta cotte le scolava. A parte in una padella scaldava un po’ d’olio (avevamo l’olio d’oliva, ovviamente più che extravergine, “fatto in casa” da nostri parenti abruzzesi), poi ci metteva le erbe con un po’ di sale e rosmarino facendole amalgamare (=straginare) ancora per qualche minuto. Una variante poteva essere “imbiondire”  un po’ d’aglio che toglieva prima di mettere le erbe, o mettere insieme alle verdure delle patate precedentemente lessate, o mettere anche un po’ di salciccia.

Oggi le raccogliamo io e mia moglie nel nostro campo. Per me raccogliere le selvatiche è una cosa che mi fa stare bene, quasi come una meditazione. La raccolta avviene per mezzo di una selezione. E’ come una specie di “caccia al tesoro”, perchè la stessa selvatica nelle varie zone del campo si presenta ad uno stadio di crescita diverso; si presenta, a volte, con un cespo “incarbugliato” con tanti getti intrecciati o in un  cespo “ordinato” con bei getti teneri.

Nella raccolta cerco di prediligere la biodiversità: non raccolgo solo ad esempio aspraggini e crespigni ma anche altre selvatiche. A volte unisco alle selvatiche anche piccoli ricacci di cavolo e broccoletti o cime di rapa o bietole.

Il lavaggio prima della cottura è fatto lasciandole a mollo nell’acqua il meno possibile . A volte occorrono anche 3-4 sciaqui , a causa di terra, lumache, lumachine, limacce ed altri insetti che alla fine del lavaggio “prelevo” riportandoli sotto una siepe posta vicino alla casa.

Dopo la cottura mediante bollitura , una volte scolate, le mangiamo così; a volte le condiamo con sale marino integrale, olio, limone o aceto di riso; a volte le “straginiamo”, usando o l’olio extravergine di oliva o l’olio di sesamo ed un pizzico di sale marino integrale (facoltativo il rosmarino).

Le selvatiche una volte cotte, non condite, condite o “straginate” possono essere unite ad un cereale precedentemente cotto (riso,  integrale o semintegrale o bianco (non brillato), orzo, pasta, etc.) o da mettere sopra ad una pizza, etc.

Continua…

papola
PAPOLA (Papaver rhoeas)
papole
Papole in fiore
crespigno
CRESPIGNO (Soncus oleraceus)

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