Qualche anno fa conobbi il proprietario ormai sessantenne di una piccola ditta sementiera (direi a livello familiare) vicino al paese in cui vivo. Questo gentile signore non solo per tutta la sua vita aveva commercializzato sementi (per lo più di ortaggi) ma aveva anche costituito delle varietà con il suo lavoro di “genetista” autodidatta fatto di esperienza e passione.
Per motivi di lavoro ebbi modo in quel periodo di frequentarlo spesso. Non essendo “geloso” delle sue conoscenze ormai più che quarantennali mi passò molte informazioni sulle vecchie varietà , i metodi delle coltivazioni da seme, i metodi di selezione, etc.
Ad. esempio aveva fra i suoi semi una varietà di finocchio medio-precoce (con raccolta novembre) che era stata costituita dal nonno (il fondatore della ditta) ; ebbene, riuscì impiegando circa 15 anni, a “trasformarlo” in un finocchio tardivo (raccolta marzo-aprile). Come? I primi anni i finocchi che sopravvivevano all’inverno erano molto pochi (il primo anno addirittura solo uno) e poi via via, partendo da quei pochi, ne sopravvivevano sempre di più fino ad ottenere, dopo 15 anni, quasi tutti i finocchi resistenti al freddo dell’inverno della zona
Questo fu possibile con il meccanismo naturale della variabilità (tutto nell’universo è in continua trasformazione), necessario per la sopravvivenza delle specie e con la selezione fatta dall’uomo.
Ma quello che ancora oggi mi è rimasto impresso nella memoria è quello che mi disse a proposito del pomodoro “Piramide”. Siamo negli anni sessanta ; vendeva diverse varietà di pomodori, fra cui un tipo di san Marzano molto comune (lunghezza 6-8 cm.). Aveva un amico radiologo che lavorava all’ospedale del paese. Avendo letto in una rivista di agricoltura delle mutazioni artificiali fatte con i raggi x e avendo parlato con altri suoi “colleghi” sementieri che avevano incominciato ad usare questo mezzo , portò i semi di questo San Marzano da questo suo amico che li sottopose ai raggi x., tra una radiografia e l’altra ai pazienti dell’ospedale,
Da questi semi, poi, una volta seminati ottenne alcune piantine, la maggior parte con mutazioni “mostro” (molti semi non germinarono, molte piantine morirono dopo la germinazione) , solo un paio riuscirono ad arrivare alla fruttificazione dando un pomodoro “utile” commercialmente, registrato poi con il nome di Piramide, più grande di diametro, più lungo (15-17 cm.) e più pesante.
Cioè si è creata artificialmente la variabilità per potere poi fare la selezione.
Saranno concetti e tematiche che cercherò di sviluppare in seguito, perchè molto importanti sotto varie ottiche (alimentari, salutari, economiche, sociali, etc., etc.).
Nell’immagine sottostante Pomodoro Piramide